Parco Faunistico Spormaggiore

La Lontra

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Lontra - Belpark
Nome SCIENTIFICO
Lutra lutra
Longevità

4 – 5 anni

Dimensioni
55-90 cm,
5-10 kg
habitat
Acque interne di ogni genere, con rive coperte di fitta vegetazione e inaccessibili
DietA
Pesci, uccelli acquatici, uova, rane, gamberi, insetti, talvolta piccoli Mammiferi
Aspetto
Il corpo della lontra riflette un adattamento a una vita semiacquatica: ha un lungo e sinuoso corpo terminante con una forte coda affusolata e zampe palmate. La pelliccia bruna è a doppio livello, con uno strato inferiore di peli fini che trattengono l’aria isolando il corpo e uno strato superiore di peli più lunghi. Mediante l’osservazione al microscopio elettronico, si è visto che sia i peli superiori che il sottopelo hanno alette, petali e scanalature che consentono ai peli adiacenti di rimanere attaccati, così da trattenere un filo d’aria e formare uno strato isolante tra la pelle e l’acqua. Le lontre, infatti, non presentano lo spesso strato isolante di grasso che si osserva nei Pinnipedi e nei Cetacei. In immersione, può inoltre chiudere ermeticamente le orecchie e le narici e il suo pelo, ingrassato da una secrezione delle ghiandole cutanee, è anche idrorepellente.
La testa affusolata è dotata di orecchie, occhi e narici posizionate in modo da consentire alle lontre di nuotare in superficie, sfruttando sempre udito, vista e olfatto. Le numerose vibrisse di cui sono dotate, posizionate sulla testa e dietro i gomiti, sono organi sensoriali usati specialmente sott’acqua per localizzare le prede.
Biologia
La lontra non è una specie sociale e predilige una vita solitaria, sebbene si possano osservare gruppi familiari comprendenti una femmina, il maschio e i cuccioli. In zone d’acqua dolce è attiva principalmente di notte, mentre in aree costiere può essere attiva sia di giorno che di notte. La lontra ha un territorio di caccia fisso e costruisce la sua tana lungo scarpate in riva all’acqua, spesso con l’ingresso sommerso. L’area vitale di un esemplare maschio si estende generalmente su uno o due territori di femmine, anche se la dimensione dei territori varia in funzione dell’habitat e della disponibilità di risorse.
La tipologia di habitat caratteristica di questa specie è varia e include diversi ecosistemi e zone climatiche: la sua presenza può essere riscontrata in acqua salata, anche se necessita sempre di acqua dolce per bere e lavare la pelliccia, in zone umide salmastre e d’acqua dolce, fiumi, zone costiere, fiordi, paludi, o canali. La vegetazione ripariale e le linee di costa sono usate per dedicarsi alla costruzione di rifugi, al grooming, all’accoppiamento, al gioco, alla caccia e agli spostamenti.
Alimentazione
Nella maggior parte degli studi sulle lontre svolti in natura si è visto che la loro principale preda è il pesce. Altre prede possono includere rane, piccoli mammiferi, insetti, uova, crostacei e uccelli: in particolare, attaccano uccelli acquatici, sorprendendoli mentre nuotano. In alcune parti dell’Europa le loro principali prede sono invece rappresentate da rane o gamberi. Le prede più piccole sono mangiate sulla superficie dell’acqua, trattenute abilmente con le zampe anteriori mentre nuota sulla schiena. Le prede di dimensioni maggiori, invece, vengono trascinate e consumate a riva. Le lontre hanno un alto tasso metabolico e un efficiente e rapido apparato digerente: il cibo può essere digerito in 1- 4 ore e in natura si ritiene che esse consumino circa il 15% della loro massa corporea al giorno. Di solito la lontra caccia di notte: osserva i pesci dalla riva e li cattura dopo un breve inseguimento.
Riproduzione
Animali solitari, le lontre hanno solo una breve vita stagionale di coppia. Il corteggiamento, caratterizzato da lunghi fischi e vivaci giochi in acqua, ha luogo indicativamente a marzo, ma è possibile che avvengano accoppiamenti anche in altri periodi dell’anno. Il parto, comunque, avviene sempre nella primavera successiva. I due o tre piccoli, grossi e dal manto grigio, vengono alla luce in una tana morbida e imbottita, dove la madre li accudisce insegnando loro a nuotare, immergersi e cacciare. Inizialmente ciechi, i cuccioli aprono gli occhi dopo 5 settimane, a 10 settimane imparano a nuotare e nella primavera successiva abbandonano la famiglia.
Comportamento
A terra, la lontra si muove in modo goffo e impacciato sulle corte zampe, ma in acqua è un abilissimo nuotatore, che rema tranquillamente con le zampe le cui dita sono ampiamente divaricabili e palmate. Se è di fretta, per esempio durante un inseguimento, può nuotare molto velocemente: procede a forza di movimenti serpeggianti del corpo flessuoso e della coda. La lontra esce dall’acqua per spostarsi e per mangiare le prede più grosse, in punti fissi di risalita intensamente battuti nel corso del tempo, sui quali si trovano di solito le sue feci, ricche di squame e lische di pesce. Anche quando è a terra, la lontra si sposta sempre su sentieri ben battuti, che attraversano il suo territorio. Quest’ultimo può estendersi fino a 30 km lungo le rive del fiume. Le lontre, soprattutto giovani, sono straordinariamente giocherellone: utilizzano come scivolo le superfici fangose o ghiacciate per poi correre di nuovo in cima e ricominciare da capo. Quando i giovani diventano indipendenti, tendono a migrare in territori molto distanti, motivo per cui è possibile incontrarli anche molto lontani dai corsi d’acqua.
Rapporti con l’uomo
Le lontre sono animali facilmente addomesticabili, motivo per cui un tempo venivano allevate, addestrate e sfruttate come aiuto per la caccia. Questa pratica è tuttora in uso in parte della Cina. Gli animali imparavano a catturare pesci e uccelli selvatici e a riportarli ai loro padroni. Le lontre selvatiche, tuttavia, sono sempre state considerate dannose dai pescatori a causa del loro largo consumo di pesci e per secoli sono state cacciate per la loro pelliccia. Nella gran parte delle regioni in cui era originariamente diffusa, compreso il Trentino, la lontra è ormai scomparsa. È una delle specie più minacciate d’Europa e la sua estinzione è ulteriormente accelerata dal livellamento dei fiumi, dall’inquinamento delle acque e in generale dalla distruzione dell’habitat. Una delle maggiori minacce per la lontra è costituita dalle maree nere, agenti chimici quali mercurio, DDT, PCB e scarichi chimici di aree agricole. I prodotti chimici e i detersivi immessi nei fiumi con le acque di scarico distruggono lo strato di grasso della pelliccia della lontra, che si bagna così completamente e rischia di congelare.
La crescita nel numero di allevamenti di pesce ha apportato inoltre ulteriori conflitti con l’uomo, che continua a praticare caccia e trappolaggio illegali; spesso si osservano anche accidentali annegamenti in reti da pesca e nasse. Inoltre, in paesi quali Gran Bretagna, Francia, e Germania, dove il numero di lontre sta crescendo, questi animali si spingono in aree urbane, dove spesso cadono vittima di investimenti stradali. Nonostante questa specie sia attualmente protetta in quasi tutti i paesi d’Europa, sorge spontaneo il dubbio riguardo alla reale possibilità di poterla ancora salvare dalla completa estinzione.